Palazzo Taffini d’Acceglio architettura e natura

Palazzo Taffini d’Acceglio è la sede di rappresentanza della Banca CRS S.p.A., oltre ad essere uno degli edifici più importanti del ‘600 piemontese. 

Si trova a Savigliano in Via Sant’Andrea, un tempo denominata Antica Contrada Maestra, il tratto di viabilità che fin dal Medioevo attraversava da nord a sud il borgo fortificato e nel corso dei secoli divenne luogo cardine per le scelte abitative dei nobili della città. 

L’edificio prende il nome dalla famiglia Taffini d’Acceglio che lo commissionò e che lo abitò quasi ininterrottamente per due secoli. 

Il Palazzo venne costruito intorno agli anni ’20 del Seicento in un momento di particolare fortuna dei suoi proprietari. I Taffini infatti, famiglia di militari posti al servizio dei Savoia, videro crescere – in particolare sotto il regno di Carlo Emanuele I – la loro posizione sociale. La loro fedeltà al casato sabaudo venne infatti ricompensata con rendite, favori ed anche con un titolo nobiliare, quello di conti, loro assegnato unitamente alla concessione di un feudo ad Acceglio in Valle Maira. 

Palazzo Taffini divenne quindi il simbolo della potenza raggiunta, ma anche un modo per glorificare coloro che l’avevano permessa: i Savoia. 

Apoteosi artistica del Palazzo è il Salone d’Onore, posto al primo piano nobile, interamente affrescato con scene di battaglia rappresentate su una scenografia di finti arazzi collocati nell’ambito di un loggiato all’aperto. 

Il tema iconografico scelto per il Salone d’Onore è chiaramente in sintonia con lo status dei Committenti e con i loro intenti celebrativi. 

Le scene raffigurate vedono protagonista in primo piano il duca sabaudo Vittorio Amedeo I alla guida di imprese militari che sicuramente hanno visto i Taffini dimostrare sul campo tutto il loro valore e l’abnegazione verso i Savoia. 

Sulla volta corre il “carro della Vittoria” che celebra la gloria di Vittorio Amedeo I, individuato anche dalle lettere che compongono il suo nome rette da paffuti puttini ai lati della scena. Sui lati brevi della volta campeggia il monogramma di Vittorio Amedeo, in un caso intrecciato con un C, iniziale della moglie Cristina di Francia. 

Per lungo tempo il ciclo è stato attribuito al più insigne artista che il Seicento saviglianese potesse vantare, cioè Giovanni Antonio Molineri, ma l’ipotesi venne a decadere quando nel corso dei suoi studi Clara Goria scoprì il testamento del pittore datato 1631. Questo ritrovamento fece immediatamente cadere la sua paternità per il Salone, in virtù del fatto che le scene raffigurate all’interno narrano fatti d’arme che si collocano in un arco temporale che va dal 1617 al 1637. 

Un’ipotesi interessante sull’attribuzione del ciclo emerge nel saggio di Clara Goria contenuto nel libro recentemente pubblicato dalla Umberto Allemandi Editore “Committenti di Età Barocca”. 

Si propone infatti, alla luce di raffronti iconografici e stilistici, un tandem artistico composto da Giovenale Boetto, che avrebbe ispirato la scelta iconografica, e il fiammingo Jean Claret per la parte pittorica, nome suggerito anche grazie allo straordinario rimando che si può fare tra la scena con la Battaglia di Crevacuore all’interno del Salone e l’affresco da lui realizzato nella Parrocchiale di Mondovì Carassone, tanto da poter persino ipotizzare l’utilizzo di uno stesso cartone. 

Le tesi illustrate nel testo si basano sullo studio dell’archivio Taffini, per molto tempo ritenuto scomparso e tornato fruibile a partire dagli anni ’70, grazie alla donazione fatta dalla famiglia al Comune di Savigliano. 

Dal 1731 al 1736 Palazzo Taffini d’Acceglio venne abitato dalla principessa Isabella di Savoia Carignano, che chiese la modifica di alcuni ambienti secondo il gusto dell’epoca. Fu così che due grandi saloni seicenteschi, con soffitto a cassettoni e fregio dipinto vennero trasformati in quattro salette con volta decorata in stucco e tappezzerie alle pareti. 

Nel 1898 il Palazzo venne venduto al Regio Istituto delle Rosine che lo utilizzarono come luogo di educandato per fanciulle povere e come asilo infantile. 

Nel 1976 Palazzo Taffini d’Acceglio venne acquistato dalla Banca Cassa di Risparmio di Savigliano, che iniziò immediatamente una grande opera di ristrutturazione.
Palazzo Taffini ospita il MÚSES, un polo museale tecno-sensoriale che parte dalla riscoperta della tradizione delle erbe aromatiche in Piemonte, per offrire un viaggio attraverso i saperi dell’arte profumiera, le essenze e i sapori dei territori. 

 

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